Distinguere l’uomo dalla macchina in modo accessibile

Il riconoscimento

Per riuscire a fronteggiare questa orda di sistemi automatizzati, che compilano ed eseguono il submit del modulo al posto di un essere umano, esistono dei sistemi denominati CAPTCHA (Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart). Tali sistemi sono ormai utilizzati su quasi tutti i siti che richiedono inserimento di dati da parte di un utente. Il metodo più famoso per l’utilizzo dei CAPTCHA è tramite la generazione di una immagine con del testo e delle lettere che non siano perfettamente riconoscibili dai sistemi di OCR (Optical Character Recognition), magari perchè non seguono un andamento lineare, o perché hanno dei caratteri ruotati in diverse angolazioni, o perchè utilizzato per ciascun carattere un font differente. Insomma, chi più ne ha più ne metta! Ormai si è raggiunto un livello di complessità dei CAPTCHA che paradossalmente anche un utente talvolta non riesce a risolvere.

Nel 2004 poi con l’avvento della famosa legge “Stanca”, alcune soluzioni previsto di risolvere il problema dell’accessibilità dei CAPTCHA aggiungendo un CAPTCHA vocale: oltre all’immagine veniva introdotto un elemento audio che a richiesta dell’utente veniva azionato e suggeriva i caratteri da scrivere nella apposita casella (non necessariamente identici a quelli specificati nell’immagine), ma anche questo esclude (anche se in minima parte) una serie di individui con problemi sia uditivi sia visivi.

Come fare?

Proprio ultimamente ho cercato di trovare soluzione al problema valutando per ora tre soluzioni provate e che risultano a mio avviso molto valide e le espongo in ordine di complessità di sviluppo:

  1. Alterare i nomi dei campi di ciascun modulo ad ogni interazione dell’utente
  2. Creare un ticket per l’utente con una validità limitata
  3. Creare un sistema di interazione con l’utente considerando l’accessibilità

Il primo ed il secondo sono sistemi particolarmente interessanti in quanto non comportano una interazione aggiuntiva tra utente e macchina: l’utente si deve preoccupare di compilare le caselle strettamente legate allo scopo del modulo senza fornire informazioni aggiuntive quali appunto un codice che faccia intendere la presenza interattiva di un essere umano. Il terzo cerca di affrontare comunque il discorso di interazione tra uomo e macchina con una metodologia “classica”: l’utente deve risolvere un enigma, deve rispondere ad una richiesta la cui risoluzione risulta difficile ad un sistema di intelligenza artificiale.


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