Valutando quanto ho scritto sul blog di Web2.Oltre ho maturato un pensiero più tecnico che voglio esporvi di seguito.Osservavo gli andamenti del web ultimamente. E mi domandavo: dal punto di vista dell’accessibilità, è proprio necessario attribuire una versione al web? Cosa distingue il web di oggi dal web di ieri? Il termine 2.0, ha modificato geneticamente la concezione di web. Prima esistevano siti internet che presentavano servizi, c’erano indirizzi di posta al quale scrivere, tutto incentrato semplicemente sulla fruizione di contenuti in una sola direzione: l’azienda forniva informazioni l’utente le recepiva. Oggi l’azienda fornisce lo spunto e l’utente completa l’informazione.
Il web 2.0 inoltre fornisce una grafica particolare, gommosa, lucida, o talvolta con sovrapposizione di forme geometriche dagli angoli stondati. Una grafica sempre molto semplice ma ben studiata.
L’accessibilità secondo le normative vigenti in Italia propone come primo requisito l’adesione ad una DTD di tipo strict. Ma guardando siti in stile 2.0, è più facile che aderiscano a DTD di tipo Transitional. E qui anche mi sono chiesto più volte il motivo di questa scelta anomala. Ma la risposta è arrivata subito: l’HTML viene utilizzato fortemente come struttura presentazionale oltre che veicolatore di informazioni.
Questo pregiudica altamente l’accessibilità di un sito. Altro elemento (re)introdotto dal termine “duepuntozero” è il forte uso di JavaScript, sotto forma di AJAX o dHTML. Nel 1999 consideriamo che le WCAG alla loro versione 1.0 abolivano JavaScript, marchiando chi lo usava quasi come un untore… WAI-ARIA invece tollerano l’uso di Javascript. Io credo sia per due motivi: il periodo del dHTML con ostentazione di Javascript (scagli la prima pietra chi non l’ha mai fatto!) è passato, gli screen reader si sono evoluti ed alcuni riescono a gestire quasi bene alterazioni del DOM tramite Javascript.
Ma ancora oggi un ostentazione di Javascript potrebbe compromettere l’accessibilità. Ma non è una buona giustificazione per escludere gli script dalle pagine. Basandosi sul concetto di “Graceful Enhancement”, l’accessibilità è ottenibile.
Il punto che reputo più critico è proprio la gestione dei contenuti forniti dagli utenti. Ma anche qui è possibile raggiungere buoni livelli di accessibilità: seguendo le linee guida indicate dall’ ATAG (Authoring Tool Accessibility Guidelines).
In sintesi, il web, in qualsiasi sua forma, può essere progettato, realizzato ed utilizzato in modo accessibile.
Concludo affermando quello che ormai lo uso come motto ogni volta che inizio un nuovo progetto:Fare web è come partecipare ad un gioco, l’accessibilità, l’usabilità e gli standards sono le sue regole. Nessun gioco è bello se non si seguono le regole
Esorto tutti a partecipare al gioco del web!