Chiara l’idea, vincente è il progetto!

In questo secondo articolo dedicato all’approfondimento sul workshop che ho tenuto a “SMAU Milano 2019: Cosa ho imparato dalle favole da bambino? Le mie 10 regole per un progetto di successo“, ti racconterò della seconda regola per la gestione di un progetto: “Avere le idee chiare

La favola che ci aiuterà nella lettura di questo articolo è “Alice nel Paese delle Meraviglie”, una favola che mi ha particolarmente colpito perché riesce a descrivere con particolare cura una bimba (Alice) dalla fervida immaginazione che riesce ad assegnare a ciascuna persona di sua conoscenza un posto nel suo paese delle meraviglie in base alle sue caratteristiche fisiche o comportamentali. Alice aveva un’idea di mondo fantastico estremamente chiara, dove ogni persona è un tassello fondamentale per la lettura del suo pensiero.

Ecco, mi è capitato molte volte che un potenziale cliente mi abbia chiesto di realizzare per lui un progetto, il suo paese delle meraviglie, dalle forti ambizioni ( “al lancio susciterà così tanto interesse che avrà più di un milione di utilizzatori” ). Ma non sempre queste aspettative si sono realizzate. Perché?

Se l’idea è vaga non cimentarsi nell’impresa

Il cliente spesso non ha le idee chiare, quindi il primo processo da seguire è comprendere cosa effettivamente vorrebbe realizzare. Per identificare le necessità è importante quindi svolgere una serie di interviste (le conversazioni telefoniche e corrispondenza email sono i modi migliori per chiarire ogni aspetto) ponendo alcune domande ben precise.

Tali domande non possono essere sempre schematizzate perché varieranno da progetto a progetto, ma ci sono alcuni quesiti che possono essere formulati per scremare le successive domande:

  • La tua idea avrà una piattaforma di riferimento?
    Con questa domanda vogliamo chiedere al potenziale cliente se ha intenzione di presentarsi con la sua idea su Web, su Smartphone/Tablet, su Desktop o in un contesto ibrido (Web + Smartphone, Desktop + Web, ecc.). La risposta potrà portare alla corretta identificazione della tecnologia (o delle tecnologie) da utilizzare.
  • Quali sono le funzionalità previste dalla tua idea?
    Il cliente dovrà fornire un elenco dettagliato delle funzionalità che la soluzione avrà. Sarebbe fantastico se il cliente riuscisse a fornire anche una priorità a ciascuna delle funzioni, così da avere una prima idea dell’opera e suddividerla in fasi:
    • Primo rilascio: nel quale produrre le funzionalità minime essenziali previste dal cliente. Deve essere ben chiaro per te che il cliente spesso non è un tecnico e non conosce a fondo le implicazioni che ciascuna scelta si porta dietro, è importante aiutarlo nella definizione delle priorità, chiarendo che eventualmente uno dei requisiti che lui potrebbe aver indicato come a priorità bassa, sia invece fondamentale già da includere nel primo rilascio perché vincolante alla realizzazione di uno degli altri requisiti a priorità alta.
    • evoluzione: nel quale ci saranno le funzionalità di priorità media. Considerando che ci sarà stato già un primo rilascio della soluzione, sarà anche una fase nella quale la soluzione viene ripulita da eventuali bug emersi.
    • consolidamento: nel quale ci saranno le funzionalità di priorità bassa. In questa fase saranno integrate tutte le altre funzionalità previste nel progetto. Ci sarà un ciclo di bug-fixing in base ai feedback del cliente e degli utilizzatori della soluzione informatica e ci sarà una chiusura effettiva del progetto.
  • Qual’è il target di utilizzatori della tua soluzione?
    Questa è una domanda fondamentale, perché determina la modalità con cui gli utenti si approcceranno allo strumento prodotto. Sarà quindi necessario identificare, in base alle indicazioni del target, la giusta terminologia da adottare. Se per esempio la soluzione (per ipotesi una piattaforma per il supporto legale) sarà rivolta ad un pubblico domestico (per ipotesi l’inquilino che deve chiedere un consulto per un contenzioso condominiale) bisognerà evitare di utilizzare termini “legali” perché fuori dalla portata di dell’utente domestico (non tutti sono avvocati).
  • Esistono dei competitor? Qual’è il loro modello di business?
    Se la soluzione da produrre sarà rivolta al mercato, c’è bisogno necessariamente di avere un analisi di mercato, di conoscere come i competitor sono collocati nel settore e qual’è il loro modello di business, di chiarire come la soluzione del cliente può intaccare il prodotto del competitor per l’acquisizione di nuovi utenti e di cosa offre la soluzione del cliente in più rispetto al competitor.
  • Ci sono dei vincoli tecnologici?
    Quando si collabora con startup o con un’azienda che ha intenzione di informatizzare/digitalizzare la propria impresa, la tecnologia non è stata ancora definita, si è in un contesto estremamente favorevole, quindi si può liberamente valutare qualsiasi strumento e determinare quello più adatto. Quando però l’azienda ha già un suo comparto ICT o comunque ha già dei prodotti interni con i quali eventualmente rendere il nuovo progetto comunicante, è importante che il cliente fornisca tutti i dettagli delle tecnologie utilizzate e di quelle che sono vincolanti (es. utilizzo di ngnix anzichè apache perchè…).

Identificazione tempestiva delle criticità

I quesiti posti al cliente aiutano a chiarire le sue idee e valutare la fattibilità del progetto. Inoltre aiuta a comprendere eventuali criticità.

Per esempio, se l’idea fosse di migliorare un processo aziendale tramite una serie di algoritmi di machine learning, potrebbe essere utile adottare python come linguaggio di programmazione, ma non è detto che il cliente sia nelle condizioni di poter predisporre l’ambiente più adatto. Magari lo stesso è fattibile con altri linguaggi ma potrebbe portare a delle criticità in termini di performance o di realizzazione della soluzione.

I quesiti posti al cliente aiutano a chiarire le sue idee e valutare la fattibilità del progetto. Inoltre aiuta a comprendere eventuali criticità.

Altra ipotesi è l’esistenza sul mercato di un competitor che offre una soluzione analoga alla nostra ed è presente sul mercato da molti anni, consolidando la sua presenza. Questo è stato rilevato dal questionario precedente, quindi è importante capire come muoversi per riuscire a conquistare la fiducia dei nuovi utenti e come incentivare il passaggio degli utenti affezionati al competitor verso la soluzione del cliente.

Possibilità di cambiare rotta

Il più delle volte le criticità aiutano a chiarire ulteriormente l’idea, rafforzano la consapevolezza del potenziale e risolvono una serie di problemi funzionali, tecnologici e concettuali che possono causare un fallimento prematuro del progetto.

Al lancio, l’idea, susciterà così tanto interesse che avrà più di un milione di utilizzatori nel breve periodo.

Un cliente visionario

Però a volte le criticità ci evidenziano della non fattibilità dell’idea per diversi motivi:

  • non è il momento giusto: l’idea potrebbe essere vincente, ma proporre una soluzione quando l’utenza non è ancora predisposta a riceverla ne potrebbe determinare il fallimento. Prendi in considerazione la realtà virtuale, il cui termine è stato lanciato nel 1989 ma, poichè era troppo onerosa da realizzare e la tecnologia non garantiva un livello di realtà sufficientemente adeguato, non ha ottenuto i risultati sperati, ritornando invece più in voga nel 2018, 30 anni dopo, visto che la tecnologia si è evoluta a tal punto da consentirne un’applicabilità in diversi ambiti.
  • c’è una eccessiva saturazione del mercato: se emerge che ci sono troppi competitor bisognerebbe attaccare su più fronti, in questo caso bisogna comprendere se c’è la capacità economica necessaria a fronteggiare un lungo periodo di guadagno negativo, offrendo per esempio la soluzione a costo zero e sostenendo spese di impresa (amministrative, promozionali e di realizzazione dell’idea), sperando di riuscire a fidelizzare l’utenza già affezionata/abituata agli strumenti dei concorrenti.
    Se non è attuabile questo scenario, sarà opportuno pensare ad una soluzione alternativa, magari che si affianchi ai prodotti dei competitor per potenziarli suscitando magari maggior interesse nell’utente.
  • la tecnologia imposta non è adatta: in questo caso, il cliente dovrà decidere se cambiare qualche paradigma della propria idea o se acconsentire l’introduzione di nuova tecnologia, più adatta allo scopo, nel proprio comparto tecnologico.

Maggiore precisione nella stima di tempi e budget

In conclusione, avendo ben chiara l’idea, le tecnologie da utilizzare e gli strumenti già disponibili è meno difficile riuscire a determinare un costo complessivo del progetto ed eventuali tempi di realizzazione.

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